Cenni storici

Contributi video sulla storia recente e passata della nostra parrocchia sono disponibili a questa pagina. Di seguito un breve sunto scritto.

A seguito della bonifica e colonizzazione dell’Agro pontino, la cura pastorale dei territori di Littoria Scalo venne affidata dal Vescovo Pio Leonardo Navarra al parroco della restaurata chiesa di Tor Tre Ponti don Antonio Coltrè (cfr minuta del vescovo datata Terracina 1° Maggio 1935). Il suo compito non fu facile: il territorio della sua parrocchia era estesissimo e le vie di comunicazione scarse e disagiate. Per far fronte alle difficoltà don Antonio Coltré fece richiesta presso il consorzio di bonifica di una semplice bicicletta ma… gli venne negata:

(…) Oggi però che la fase esecutiva dei lavori di bonifica idraulica può considerarsi pressochè ultimata, un ulteriore intervento di questa Amministrazione non sarebbe consentito dalle impostazioni del suo bilancio; e ciò a prescindere dalla creazione della nuova provincia di Littoria. (…)

[estratto da una lettera del senatore Prampolini a don Antonio Coltré datata 10 Aprile 1935]

 Intanto il piccolo borgo cresceva anche grazie alla presenza dello zuccherificio che aveva richiamato sul territorio numerosi operai con le loro famiglie. Di qui la conseguente necessità di accogliere i bambini che le madri non potevano accudire nelle ore di lavoro. Per questo motivo venne istituito l’asilo per l’infanzia intitolato a Valentina Ciancarelli, figlia prematuramente scomparsa di Ugo Ciancarelli, senatore del Regno, curatore del progetto e Direttore della costruzione dello Zuccherificio di Legnano e dello Zuccherificio di Littoria. L’asilo venne inaugurato il 18 dicembre 1938 e dotato di una piccola cappella dove gli abitanti del borgo poterono più agevolmente far fronte ai propri doveri di buoni cristiani. In una lettera di don Coltrè al vicario del vescovo datata 14 novembre 1938 si legge:

(…) I coloni non sono più quieti. Vogliono il parroco.
Aggiungo ancora che l’Asilo infantile del Villaggio è quasi al termine. E’ il Comune di Littoria che lo sta erigendo. Ma dopo che sarà messo in efficienza, il Podestà lo consegnerà all’Amministrazione dello Zuccherificio, giacchè il consigliere Delegato, comm. CIANCARELLI avrebbe date £ 125.000,00 per l’erezione di esso.
Dicono che lo dirigeranno le suore. Ha saputo niente Lei? Si sono rivolti a S.E. Mons. Vescovo per l’Ordine di esse Suore d’approvarsi?
Nello stabile hanno fatta una cappella. Certo dovrà essere benedetta e nella inaugurazione spero vedere Lei col nostro Vescovo.
Per la messa da celebrarsi prego farmi ottenere la facoltà di ternare la domenica ed altre feste di precetto, perché posso benissimo soddisfare.
Intanto Lei dovrebbe interrogare il Podestà di Littoria su ciò che si farà. Io a mia volta procurerò di avere precise notizie (…)

[estratto da una lettera di don Coltré al vicario del Vescovo a Sezze Coltré datata 14 Novembre 1938]

I “coloni non sono più quieti. Vogliono il parroco.” Per ora si dovranno accontentare di una semplice cappella all’interno dell’asilo dove don Coltré con licenza di “ternare la domenica ed altre feste di precetto” (la possibilità di celebrare tre messe) si recherà per celebrare la messa e confessare (nella foto accanto l’uscita dalla messa all’asilo Ciancarelli). L’asilo viene affidato alle cure delle Suore del Preziosissimo Sangue. Dai documenti ritrovati emergono rapporti di vicinato non facili tra don Coltré ed i frati dell’Abbazia che spesso “sconfinavano” nei territori affidati alle sue cure pastorali ( si veda al riguardo il carteggio tra don Coltré ed il vicario del vescovo a Sezze di cui nella sezione documenti si riportano alcune lettere).

Trasferito don Coltré a Fogliano, dopo il 1942 l’assistenza religiosa venne garantita da padre Filippo Agostini che si prese cura di Latina Scalo e Tor Tre Ponti, salvando tutti gli oggetti e paramenti sacri della chiesa di san Paolo Apostolo, la chiesa di Tor Tre Ponti appunto.
Nell’immediato dopoguerra, le Suore e tutta la popolazione del “Borgo” avvertirono sempre più l’esigenza di un luogo di culto, e padre Raffaele SCACCIA, priore dell’Abbazia di Valvisciolo con altri confratelli e vari collaboratori laici, nonostante che alcuni dicessero “CASE non CHIESE” prese l’iniziativa di edificare la Chiesa e si decise la costruzione di questa sull’attuale Via delle Industrie.
Nel 1946 mons. Navarra benedì la prima pietra per la chiesa dedicata al patrocinio di San Giuseppe.
Nell’occasione molti fedeli si dissero disposti a collaborare; purtroppo l’iniziativa non ebbe seguito: i lavori subirono infatti un lungo periodo di stasi a causa dell’estrema povertà del periodo post-bellico e di un contenzioso aperto tra la diocesi di Velletri e quella di Terracina, Sezze e Priverno circa la definizione dei confini delle stesse. Ma non tutto era fermo.
Per le insistenze delle Suore e dei fedeli, il vescovo Navarra nominò il sacerdote Vincenzo Faustinella parroco del villaggio e la mattina del 4 aprile 1947 la gente dello Scalo incontrò finalmente il suo tanto sospirato “pastore”.
In assenza di ambienti parrocchiali si destinò una stanza dell’asilo a chiesa e come canonica venne usata una stanzetta del caseggiato ex Sanità. Qui don Vincenzo iniziò la sua instancabile opera costituendo a tempo di record il primo nucleo dell’Azione Cattolica di Latina Scalo tanto da poter scrivere al vescovo Navarra:

(…) La sezione Donne esiste e comprende oltre 20 iscritte che partecipano / alle adunanze mensili e conferenze che spesso vengono tenute loro / da qualche Dirigente del Centro Nazionale o Diocesano: Domenica / prossima (24) parteciperanno al XL° a Roma. Alle Donne sono affidati / anche i Fanciulli.
Il nucleo G.I.A.C. è stato fondato quest’anno: gli iscritti da otto sono / arrivati a quindici e ci sono altre richieste di iscrizione. / I giovani hanno partecipato al Convegno Interdiocesano di Fossanova, / partecipano alle adunanze ed è stata tenuta loro una Tre Sere ( 29-31 maggio). / Il nucleo G.I.A.C. è integrato con la Sezione Aspiranti. / Le giovani di A.C. sono 9 Effettive, 4 Dirigenti. Hanno partecipato / al Convegno di Fossanova ed hanno avuta anch’esse una Tre Sere. / E’ fiorente pure la Pia Unione delle Figlie di Maria con circa 50 Socie. / DIFFICOLTA’ = Da parte dei fedeli in genere, si nota buona volontà ma / c’è una straordinaria difficoltà per assoluta mancanza di locali. /
A.C.L.I. = Fondate alla fine dello scorso anno, contano quasi cento / iscritti; potrebbero lavorare di più e meglio. (…)

[estratto da una lettera di don Vincenzo al vescovo Navarra del 21 luglio 1949]

Il 19 di marzo del 1950, determinati i confini tra le Diocesi di Terracina e Velletri, Latina Scalo fu inserita nella diocesi veliterna assieme ad altri borghi ed il Vescovo di VELLETRI, Cardinale Clemente Micara responsabile della comunità locale, sentite le richieste dei cittadini con in testa don Vincenzo che desideravano riprendere la costruzione della loro chiesa, s’interessò del problema; venne redatto un nuovo progetto ad opera di Riccardo Cerocchi ed i lavori di costruzione veri e propri ebbero inizio l’uno aprile con la cerimonia della posa della prima pietra ( a cui questa volta ne seguirono molte altre).

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Nelle immagini sopra vari momenti delle fasi iniziali dei lavori: la benedizione della prima pietra; lo scavo delle fondamenta; la presenza di don Vincenzo nel cantiere. Nell’ultima foto si riconosce il perimetro della nuova chiesa, accanto a questa un palo della società telefonica Tirrena che IL COMITATO chiederà di spostare:

LATINA SCALO, 17 maggio 1950

Spett:le Direzione
SOCIETA’ TELEFONICA TIRRENA
LATINA

Lo scrivente Comitato della Erigenda Chiesa Parrocchiale di | Latina Scalo, inoltra istanza a codesta Direzione perché si com|piaccia procedere allo spostamento del palo telefonico posto nel | terreno della costruenda chiesa che ne ostacola il normale svol|gimento dei lavori.
Poiché detti lavori di costruzione sono già in corso si prega | caldamente di effettuare lo spostamento del palo di cui trattasi | con cortese urgenza.
Certo di una benevola comprensione si resta in attesa di un | cenno di conferma e frattanto ringrazia e distintamente saluta.

IL COMITATO

Intanto la Diocesi di Velletri, con il cardinale Clemente Micara, aveva ottenuto dal papa Pio XII di far coincidere i confini religiosi con quelli civili.
Fu in quell’occasione che il Cardinale stesso visitò i lavori in corso e come nuovo Vescovo (della Diocesi Suburbicaria di Velletri di cui Latina Scalo era venuta a far parte) benedì e lodò la coraggiosa iniziativa ed oltre al suo contributo ne ottenne un altro di un milione da S.S. Pio XII.
Molte furono le offerte dei fedeli , degli Enti e delle Aziende della zona circostante cosicché i muri della Chiesa continuavano a crescere ed entro breve tempo si giunse non solo alla relativa copertura, ma alla forma di Chiesa quasi completa che, voluta e costruita dalla Comunità parrocchiale, venne benedetta ed aperta al culto il 13 dicembre 1952con una solenne cerimonia presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Micara e da tutte le autorità civili, religiose e militari di Latina

Visita del Cardinale Micara

Il Cardinal Micara in visita ai lavori dell’erigenda chiesa (foto Bepy Gabriel)

Cerimonia di dedicazione

Il Cardinal Micara presiede la cerimonia di dedicazione della nuova Chiesa il 13 dicembre 1952

La chiesa venne realizzata nella forma e con i mezzi della tecnica edilizia moderna; le varie parti di essa ebbero fisionomia propria e furono risolte in un unico ambiente. L’Altare Maggiore (donato dalla Signora Egle Scatafassi) era illuminato da una grande finestrata orizzontale che, stando sopra il cosiddetto “arco trionfale”, non era vista dai fedeli: quella luce diretta che pioveva dall’alto e che assumeva un carattere mistico, dava al presbiterio un valore predominante sul resto della chiesa, che veniva invece illuminata da una luce diffusa e tenue di un’altra finestrata a vetri gialli che era nella facciata, sopra una larga fascia chiara, dietro la quale si trovava la cantoria.

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Latina Scalo 1950

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Don Vincenzo celebra messa nell’Altar Maggiore donato dalla Sig.ra Egle Scatafassi

 Nel 1953 cominciarono a fiorire intorno alla Chiesa le Organizzazioni Parrocchiali. La prima fu quella della SCHOLA CANTORUM diretta dal maestro Raffaele Manauzzi e con il contributo del maestro Giuseppe Mariani.

Nel 1954 si costituirono altre attività parrocchiali: Tridui Pasquali, Giornate di preghiera, che proseguiranno negli anni con la presenza in Parrocchia di conferenzieri di chiara fama.
Dopo la nomina a Parroco di Latina Scalo, il 7 ottobre 1955, il Cardinale Micara conferì a don Vincenzo il possesso canonico della Parrocchia.
“In quella lieta circostanza i cittadini del Villaggio vollero dimostrare il loro affetto donandogli una Vespa e una pergamena con medaglia d’oro ricordo.” Il compianto don Titta Zarra pronunziò il discorso in suo onore.
Il 1° maggio del 1955 si festeggiò per la prima volta san Giuseppe Artigiano-Lavoratore che sempre più ha richiamato negli anni successivi una moltitudine di gente delle zone circostanti.
Nel 1957 inizia l’attività dell’Oratorio san Domenico Savio, che raccoglie attorno alla parrocchia un grandissimo numero di ragazzi e di giovani. L’8 dicembre dello stesso anno ci fu una spettacolare celebrazione per il tesseramento degli iscritti all’Azione Cattolica con mons. Primo Gasbarri, vescovo ausiliare di Velletri. L’Associazione Uomini di Azione Cattolica era una delle più fiorenti della Diocesi.
Agli inizi degli anni ’60 dopo aver realizzato la casa canonica, la comunità si rimise in moto per modificare la copertura della chiesa allora a terrazzo con una nuova a tetto.

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Al termine del CONCILIO VATICANO II iniziarono i nuovi lavori interni, smantellando gli altari laterali e quello centrale per dare un nuovo assetto alla struttura, rendendola così conforme alle nuove norme liturgiche. Al centro del presbiterio fu collocato il nuovo altare, la cui pietra del peso di 550 chili fu posta in opera dallo staff tecnico dello zuccherificio.
A sinistra della chiesa per chi accede all’aula liturgica, fu ricavata al posto dell’altare laterale un’ampia vetrata dalla tonalità prevalente in azzurro con la rappresentazione dello Spirito Santo a forma di colomba che aleggia sulle acque primordiali; fu ricavato uno scalino discendente dove, per accedere al fonte battesimale, occorreva appunto “calarsi”. La struttura in pietra, ebbe una forma cubica con ricavato al centro uno spazio circolare all’interno del quale i piccoli venivano battezzati per infusione. Nella copertura del manufatto era posta una statuetta di bronzo raffigurante San Giovanni Battista. Nel lato a destra della chiesa, furono ricavate al posto dell’altare laterale una serie di vetrate raffiguranti vari simboli cristiani.
A cavallo degli anni ‘69-’70 fu completamente rifatta la facciata della chiesa, su progetto del geometra Claudio Finotti, eliminando i tre accessi frontali, portando avanti la chiusura della pensilina per avere maggiore capienza disponibile all’interno. In questo modo fu conferita un’immagine bella e slanciata della stessa facciata, con la nuova forma che ricorda le canne dell’organo e, nello stesso tempo aumenta la luce naturale attraverso le 12 prolungate finestrature in tonalità azzurra.

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A completamento della struttura della chiesa, è stata realizzata la costruzione del campanile, con la posa in opera delle campane. Anche questa opera, fortemente voluta dalla popolazione, era desiderata da decenni, perché, già vi erano disponibili le tre campane. Il campanile progettato dall’Arch. Carlo Roccatani, è stato realizzato tra il 1992 e il 1993 dall’impresa edile Aemmedue, che nell’occasione fornì anche un sostanziale contributo economico, il campanile, è stato benedetto da S.E. Mons. Domenico Pecile Vescovo della Diocesi di Latina l’8 dicembre 1995, alla presenza di numerosissimi parrocchiani e della autorità civili e militari della zona. Purtroppo don Vincenzo non parteciperà a questa cerimonia, tornava infatti alla casa del Padre il 5 gennaio 1995.
In data 1 aprile 1995 con prot. 30/95/No mons. Domenico PECILE Vescovo della nostra diocesi, ha nominato parroco don Giuseppe De Nardis ed il 23 dello stesso mese, durante la concelebrazione eucaristica, lo ha presentato ufficialmente alla comunità di Latina Scalo.
Don Giuseppe si è adoperato fin da subito non solo nelle opere pastorali, tanto necessarie al bene della comunità che gli è stata affidata, ma anche costituendo vari comitati con lo scopo di realizzare urgenti ristrutturazioni interne alla chiesa. Grazie al rinnovato impegno e alla collaborazione di tutti si sono potuti concretizzare nuove opere quali: il nuovo Tabernacolo, l’ambone e i confessionali o realizzati da Fulvio del Vicario e abbelliti da quattro vetrate che raccontano la parabola del Figliol Prodigo donate alla chiesa dalle famiglie Aprile-Patanè. Nel 2004 la nuova opera: la realizzazione dell’Altare del Santissimo ultimato il Mercoledì Santo dello stesso anno e benedetto il giorno successivo, Giovedì Santo con la celebrazione della Messa in Coena Domini e la successiva adorazione del Santissimo. Per dare nuova luce all’aula liturgica continuando il ciclo di lavori di ammodernamento della chiesa, nel dicembre del 2005 si iniziarono i lavori per l’apertura di sette nuove vetrate nella parete di fondo del presbiterio. Trama di fondo dell’opera: la Creazione, dove il Crocifisso diventa l’interprete principale. Con il suo sacrificio ha ridato agli uomini la possibilità di ricominciare a vivere, e con la sua resurrezione ci ha donato di nuovo le meraviglie dei colori della nuova vita. Nella vetrata di centro Maria, Madre della Chiesa, sorregge la nostra parrocchia nelle sue amorevoli mani. L’opera è stata realizzata e benedetta il 1° Aprile 2006 con solenne cerimonia presieduta dal Vescovo S.E. Giuseppe Petrocchi e concelebrata da don Giuseppe De Nardis, don Renato di Veroli, don Luigi Missaglia e don Giuseppe di Bella.

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Infine l’ultima grande avventura: la ristrutturazione dell’oratorio. Gia don Vincenzo nella sua relazione al vescovo Navarra si lamentava per la scarsezza degli spazi. Oggi, cresciuta la parrocchia ed aumentate le famiglie che afferiscono ad essa, questa mancanza si è fatta ancora più evidente da qui l’idea di ristrutturare i vecchi locali dove un tempo era stato ricavato un piccolo cinema parrocchiale. I lavori, iniziati nel 2009 sfruttando i contributi regionali per la ristrutturazione delle opere di culto, sono conclusi nella parte esterna ma purtroppo si sono dovuti interrompere perché la seconda tranche dei contributi regionali previsti per la conclusione del progetto non è mai arrivata. Il progetto prevede la realizzazione di tre piani: al primo piano, che è già concluso ed è stato inaugurato il 4 dicembre 2009, sono posti gli spogliatoi della scuola calcio parrocchiale ed i locali della Caritas. Al secondo verrà realizzato un grande salone per gli incontri parrocchiali mentre al terzo le aule per il catechismo.

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Il 22/10/2017 ha fatto il suo ingresso in parrocchia il terzo parroco: don Aniello Zimbardi. Don Nello ha sostituito don Giuseppe dopo 22 anni di servizio in parrocchia. A lui il nostro saluto ed il nostro grazie.
Ed oggi, dopo sessant’anni, la nostra parrocchia appare così come si vede nella foto sotto. E’ difficile immaginare, guardando oggi questa nostra bella chiesa, da dove siamo partiti e difficile immaginare dove potremo arrivare…
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Ringraziamenti
Il materiale necessario per la stesura di questa breve storia è stato tratto da documenti reperiti presso l’archivio parrocchiale e diocesano, grazie al fondamentale aiuto di don Giuseppe.
Un ringraziamento particolare va a Giuseppe De Marco attento cronista della vita parrocchiale che con pazienza ha raccolto nel corso degli anni preziose testimonianze e foto che ci hanno pemesso di documentare con maggiore dettaglio questa avventura che dura da sessant’anni.